PERCORSO MERCURIO
PER GRUPPI
E SCUOLE
  • Durata: 40'
  • Prezzo: 3-5€
  • Persone: Min.15 - Max.30

Il percorso si articola tra le strutture dove avveniva la lavorazione e produzione del mercurio. Dagli essiccatoi, dove il minerale venivaasciugato, fino ad arrivare ai condensatori e ai forni, dove avveniva la trasformazione del minerale.

  1. Essiccatoi nuovi –Impianto moderno , automaticamente alimentato dal nuovo nuovo impianto di vagliatura e frantumazione del minerale , realizzato a circuito chiuso con il pozzo Garibaldi, era in grado di assorbire anche la produzione proveniente dal Pozzo S. Callisto e da miniere esterne. Composto da grossi tubi sub-orizzontali rotativi, caricati dalla parte sommitale e attraversati da aria calda. L’operazione di essiccazione del minerale, prima del suo ingresso ai forni, era estremamente importante per evitare la produzione di vapore incontrollato.
  2. Essiccatoi vecchi- Assolvevano al solito  compito di asciugatura ma erano scollegati tecnologicamente con la produzione . Questo comportava che la loro alimentazione fosse assicurata tramite carreggio  dei vagoni con locomotore , montacarichi, rovesciatori e quanto altro . Il calore necessario all’essiccazione , inizialmente veniva prodotto con forno a legna. 
  3. Condensazione Forni Gould- Come in tutte le altre torri di condensazione , qui circolavano i vapori mercuriali uscenti tra i forni di arrostimento del minerale, i vapori si raffreddavano e favorivano la condensazione di micro particelle di mercurio che cadevano in basso ,su una apposita vasca di acqua .Al di sotto erano posti gli estrattori dove il mercurio veniva ripulito dalle impurità e quindi inviato direttamente all’imbombolamento.
  4. Forni Gould- Sono stati i forni più importanti . Sono composti da grosse tubazioni metalliche sub-orizzontali ,con moto rotatorio internamente coibentate.Alla base , potenti bruciatori garantivano la temperatura per la sublimazione  del mercurio . Il minerale caricato dall’alto , rotolava verso il basso cedendo il mercurio contenuto . La roccia arrostita , arrivata alla base del forno , veniva eliminata e avviata alle discariche dei rosticci.
  5. Condensazione  forno Nesa- Uguali a quelle dei forni Gould.
  6. Forno Nesa – Il forno Nesa rappresenta l’ultima evoluzione della metallurgia del mercurio . Era un forno statico verticale e lavorava come un forno Pacific. All’interno era diviso in vari ripiani collegati tra loro da piccole finestrelle. La caduta del minerale da un ripiano all’altro sequenziale dai piani alti dove avveniva il caricamento , era assicurato da un unico albero motore che attraversava tutto il forno nella parte centrale, munito ad ogni ripiano di bracci raschianti che movimentavano il minerale convogliandolo verso le rispettive finestrelle e provocandone la caduta al ripiano sottostante e così via fino a raggiungere la base del forno. A questo punto la roccia completamente arrostita, attraversava un macchinario atto al suo raffreddamento e quindi veniva avviata alle discariche . Il percorso del minerale e la temperatura del forno assicuravano la completa sublimazione del mercurio verso l’alto ed il suo convogliamento nelle torri di condensazione dove veniva recuperato, tramite gli estrattori, tutto il mercurio.